Cronache di fiorile 1258

Sommario

Principato
Data
La Grande Fiera di Venalia
Riassunto di quanto accadde
Eventi del mese
Bandi del mese
Principato
Bosco Amaro, Venalia

Data
Dal quinto al settimo giorno della terza decade di Fiorile 1258

La Grande Fiera di Venalia

"Udite udite!!
Per Volere di Sua Altezza Desdemona Alcestidi, Basilissa di Venalia, nei giorni quinto, sesto e settimo della terza decade di Fiorile, viene indetta nel Bosco Amaro a sud di Vigezia una Grande Fiera!

Mercanti e carovane giungeranno da ogni angolo delle Terre Spezzate, recando merci rare e preziose, attrazioni e curiosità di ogni sorta! Si terrà inoltre la Grande Mischia Mascherata, al cui vincitore andranno gloria, onori ed un opulento premio offerto dalla Corporazione dei Mercanti venali.

Le Corti di tutti i principati sono inoltre invitate alle nozze del veterano Ser Zenone Ombracupa di Venalia e della Baronessa Bianca Callista Aloisi di Corona del Re , che si terranno nel pomeriggio del secondo giorno di Fiera."


L'inizio dell'anno 1258 ha posto sigillo su vecchie acrimonie, ma nuove tensioni si sono accese mentre le nevi del rigido inverno si scioglievano. Neenuvar e Corona del Re, coinvolte nell'anno passato da tanti e tali screzi da rischiare una disfida, paiono aver nuovamente raggiunto rapporti amichevoli. D'altra parte, durante il banchetto tenutosi nelle terre degli eredi, il Vescovo Dulcamara di Portascirocco ha lanciato un guanto di sfida al Principe Alarico d'Urso per riconquistare i territori dell'Oltrespina, strappata dagli armati di Castelbruma all'Empio Cavaliere Nero noto anche come Rongomiante della Malva. Sua Maestà Cornelio dei Gastaldi, per evitare inutili spargimenti di sangue, ha allora posto delle condizioni per concedere un'onorevole disfida che risolvesse la contesa, ma nonostante la novella alleanza tra Corona del Re e Valleterna la disfida non avrà luogo. Voci di corte malignano che i Valniani non avessero mezzi e uomini bastevoli per contrastare la forza di Castelbruma, ma proprio durante un banchetto a Valleterna il Principe Alarico d'Urso ha irriso pubblicamente gli uomini del Magnifico, gli onorevoli paladini avrebbero infatti rifiutato un duello d'arme e per un valniano non esiste onta peggiore.
Gli annosi screzi tra Castelbruma e Valleterna troveranno presto una rapida, seppur fragile, pace, poiché i due Principi si sono sfidati su campo neutrale e alla Fiera di Venalia incroceranno le armi. Se l'Oltrespina è persa, di certo non lo è l'onore.

Mentre Castelbruma difendeva con successo i territori di Oltrespina e la nascente città di Conquista, qualcosa di altrettanto importante veniva sotratto alla loro custodia. La moglie di Alarico d'Urso Elissa Alcestidi, che porta in grembo il primogenito di Castelbruma, è stata rapita dagli armati di Neenuvar e condotta in gran segreto alla Volta dell'Armonia. Le accese proteste di Castelbruma e Venalia, patria della principessa, hanno spinto Neenuvar a concedere un'apparizione pubblica della Principessa reclusa. Voci di corte sostengono che verrà condotta a Venalia durante la Grande Fiera, ma appaiono ancora misteriose le ragioni che hanno spinto i pacifici eredi a rapirla, suscitando l'ira congiunta dei D'Urso e degli Alcestidi.

Notizie confuse giungono invece dal nord delle Terre Spezzate... nella gelida e remota terra di Altabrina i Clan sono in fermento. Non v'è ancora traccia dell'Oro di Punta Artiglio, riportato dalle pericolose montagne con gran dispendio di uomini e mezzi, brinnici e meridi, per poi scomparire misteriosamente. Inoltre i sacerdoti dell'Antico Culto hanno annunciato visioni riguardo un grande spirito, forse foriero di una nuova ondata di fervore religioso nei principati fedeli agli Spiriti di tutte le cose.
Nel frattempo, a Corona del Re, è stata firmata un'allenza tetradica tra Valleterna, Venalia e Corona del Re, ma nessuno conosce con precisione i termini di tale accordo.

Infine, nelle corti di tutte le Terre Spezzate, le fanciulle da marito trepidano nella speranza e nell'attesa. Pare infatti che Sua Altezza Edoardo dei Castamanti, vedovo ormai da molti anni, abbia acconsentito a risposarsi. Il discendente del Profeta Castamante ha però stabilito che non saranno gli interessi politici a scegliere la novella sposa, bensì la Virtù e la Fede. A Venalia verrà annunciata dal Magnifico una Sacra Cerca, chi riuscirà nell'impresa avrà il privilegio di scegliere la fanciulla che darà alla luce il tanto atteso erede del Principe.


Riassunto di quanto accadde

Le corti dei Principati delle Terre Spezzate non mancarono al richiamo della Grande Fiera di Venalia, numerose questioni politiche erano in ballo e v’era grande attesa per il matrimonio di Ser Zenone con la baronessina Aloisi, sul cui florido aspetto giravano ormai da mesi infamanti dicerie. Il susseguirsi delle carovane segnò lo scandire dei giorni, tra dazi, assalti e commerci, ma la vera sorpresa fu lo scoprire tra le fronde del Bosco Amaro il perduto Antro di Calliope in cui si diceva essere custodito il Teatro della Magia Filosofica.

Molti furono i coraggiosi che si spinsero nei pericolosi cunicoli affrontando tranelli magici e trappole mortali, ma per alcuni sventurati avventurieri il misterioso sotterraneo si trasformò in una tomba. Grazie a un potente incantesimo, le porte della cripta si serravano d’improvviso al calar del sole, fu così che Dama Medea Laertidi e la Sapiente della Fiamma Salomé rimasero chiuse nell’Antro insieme al guerriero della sabbia Elazar e a Ser Bramante dei Leondoro. Le urla terrorizzate dei malcapitati gelarono il sangue a coloro che attoniti videro il passaggio chiudersi al tramonto; a lungo i rumori di battaglia e i potenti incantesimi delle due maghe riempirono i cunicoli dell’antro, poi giunse uno sconfortante silenzio. Quando il mattino successivo le porte del sotterraneo si schiusero, un manipolo di uomini entrò alla ricerca dei sopravvissuti, ma solo la Sapiente Salomé era ancora in vita, rimasta tutta la notte in corpo di pietra nella stanza in cui giacevano i compagni morti. Il racconto della maga fu terribile: i prodi avevano combattuto strenuamente ma la notte era lunga e gli attacchi di mostri sempre più frequenti. I due guerrieri ormai certi di non farcela avevano dunque pregato le maghe di far ricorso all’incantesimo “corpo di pietra” per salvarsi la vita e non rendere vano il loro sacrificio. Così fu stabilito, ma all’ultimo Dama Medea Laertidi non riuscì a sopportare la vista di Elazar e Ser Bramante morenti e, abbandonata ogni protezione magica, cercò di salvare i compagni soccombendo anch’ella sotto gli impietosi colpi degli spettri.
Nei giorni successivi, molti altri maghi tentarono l’impresa di superare i letali tranelli fino a quando un misterioso studioso di nome Filemone Occhiomorto non accompagnò la delegazione venale, guidata da Zers di Candia, all’interno dell’Antro. Il solo Occhiomorto uscì sano e salvo dalla cripta, recando con sé il leggendario tomo, ma un’imboscata lo attendeva e nel trambusto che ne seguì il libro scomparve; del Teatro della Magia Filosofica, recuperato al costo di molte vite, non v’era traccia.

In quegli stessi giorni Edoardo II dei Castamanti, detto il Magnifico, indisse una Sacra Cerca per riforgiare lo Scudo del Castamante, leggendario artefatto del Profeta. Da qualche mese, nelle corti di tutte le Terre Spezzate, le fanciulle in età da marito trepidavano nell'attesa di tale annuncio. In seguito alle pressioni dei Vescovi valniani, Sua Altezza il Magnifico vedovo ormai da molti anni, aveva infatti acconsentito a risposarsi. Il discendente del Profeta Castamante aveva però stabilito che non sarebbero stati gli interessi politici a scegliere la novella sposa, bensì la Virtù e la Fede: chi fosse riuscito nella Sacra Impresa avrebbe stretto l’accordo matrimoniale col principe valniano.

Nonostante l’atmosfera di festa che regnò sulla Grande Fiera di Venalia, il raduno si chiuse con un terribile lutto che, nei mesi a venire, avrebbe segnato il corso della storia nelle Terre Spezzate.
La mattina del settimo giorno della terza decade di Fiorile, nel Bosco Amaro, fu rinvenuto il corpo senza vita di Yavàldaron Elensil, Elfo millenario e guida del Consiglio di Neenuvar. Assassinato da un dardo di balestra che lo aveva colpito alla gola, il Sire degli Elfi lasciava il suo popolo prostrato dal dolore e desideroso di punire con esemplare durezza il responsabile dell’infame delitto.

Ritratti e disegni - 1 - 2 - 3 - 4

Novità e Dicerie

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Eventi del mese

  1. Disfida per l'Oltrespina
  2. Ricerca del Teatro della Magia Filosofica


Bandi del mese